Riportiamo alcune note (ricavate da L’Alpino e dalla Storia dell’Associazione) a ricordo del lavoro duro, di quello che sporca le mani, di quello bagnato dal sudore, poco riconosciuto, spesso dimenticato ma ugualmente offerto alla collettività delle nostre genti. I premiati sono soltanto singoli esempi di tanti altri alpini che proposti e non nominati, restano comunque nel nostro ricordo e soprattutto a loro si deve eguale riconoscenza.
L’A.N.A., che ad ogni minaccia di cambiamenti nelle Truppe Alpine si è sempre battuta, invocando la continuità del montanaro che diventa Alpino per poi tornare montanaro, nel quadro di una tradizione che costituisce la forza delle nostre vallate e dei nostri reparti alpini, ha voluto e saputo – tramite il premio “Fedeltà alla Montagna” – valorizzare e gestire tale concetto, con risultati a tutt’oggi soddisfacenti e di stimolanti prospettive per l’avvenire.
Il premio è stato istituito dal C.D.N. nel 1971, su proposta del prof. Galli, destinando l’importo di mezzo milione di lire e con lo scopo di stimolare i soci ad un’attività precipuamente rivolta ad un effettivo miglioramento dei rispettivi insediamenti, al pascolo, alla baita, alla stalla, nonché alla volontà di non abbandonare l’ambiente nel quale vivono e operano.
Nel 1980 venne deciso di aggiornare la regolamentazione destinando l’importo di sei milioni di lire e nominando una prima commissione composta dai consiglieri nazionali: Innocenti, Morani, Chies, Merlini e Perona, per il vaglio delle proposte per l’assegnazione del riconoscimento.
Il premio è stato vinto undici volte da Alpini piemontesi, cinque da veneti, quattro da friulani e lombardi, due da toscani, liguri, abruzzesi ed emiliani, una da laziali e trentini.
Nell’edizione speciale del 2008 il premio fu assegnato per il recupero dei manufatti della prima guerra mondiale alle 39 Sezioni A.N.A. coinvolte, al Comando Truppe Alpine e al Comitato Cengia Martini.
Attualmente la Commissione è composta da Antonello Di Nardo (presidente), Mauro Buttigliero, Renato Genovese, Cesare Lavizzari e dal nostro consigliere nazionale bellunese Michele Dal Paos.