All’adunata nazionale di Reggio Emilia del 1997 la Sezione di Belluno si presentò con uno striscione che recitava così: «Hanno cancellato la Brigata Cadore, lo spirito alpino mai!». E così fu. Due anni dopo, sotto la presidenza di Franco Patriarca, quello spirito alpino, auspice anche Mario Dell’Eva, “inventò” il raduno oggi arrivato alla quinta edizione. Sono passati diciotto anni da allora ed è sempre stato, ogni volta, un crescendo di emozioni, come scrisse lo stesso Dell’Eva dopo la prima edizione: «È stato un momento di grande e profonda commozione veder sfilare tutti questi Alpini che hanno voluto rendere omaggio alla loro, alla nostra Brigata Cadore». Sono passati ormai vent’anni da quella gelida mattina di gennaio che vide i reparti schierati in piazza dei Martiri per decretare l’ultimo saluto ad una Brigata che si accingeva ad entrare così nella storia dell’Esercito italiano e delle Truppe alpine. Fu un addio che lasciava sul campo alcune ceneri, poi ricomposte nella Brigata “Julia” con la ricomparsa di un modificato e ridimensionato 7° Reggimento su base Battaglione “Feltre”, unica unità alpina di stanza nel territorio della Regione del Veneto. Nel frattempo i ragazzi e le ragazze del 7° hanno preso parte a varie operazioni in Italia e all’estero, il Museo del Reggimento ha trovato degna sistemazione a Villa Patt, la nostra Sezione ha organizzato un memorabile raduno triveneto ed una serie intensa di manifestazioni e iniziative culminate con il ricordo del centenario della Grande Guerra.
In quello striscione del 1997 c’era una verità poi più volte confermata dai fatti. Lo spirito alpino delle penne nere bellunesi, infatti, non ha conosciuto sosta nemmeno in occasione di alluvioni e terremoti che hanno scosso varie regioni italiane dove i nostri volontari della Protezione civile si sono distinti per professionalità e spirito di servizio.
Accanto a tutto ciò, dal 1999 ad oggi, la nostra Sezione ha sempre cercato di profondere il meglio di se stessa e della sua organizzazione per accogliere degnamente i radunisti e presentare loro il lato più bello della città di Belluno imbandierata per l’occasione. Speriamo di esserci riusciti anche questa volta.
Noi vorremmo che i radunisti, i loro familiari e amici, ritornassero alle loro case, nella serata di domenica 4 giugno, con la soddisfazione di aver assistito - i più, anche contribuito - ad un evento di festa, amicizia e solidarietà come deve essere un raduno “firmato” dalla nostra gloriosa penna alpina. Grazie a chi ha lavorato in questi ultimi sette mesi per organizzare il tutto e grazie agli Alpini della “Cadore” che ancora una volta hanno marciato orgogliosamente per le strade e le piazze di Belluno.
Angelo Dal Borgo