Sabato 11 gennaio 1997
IL GAZZETTINO DI BELLUNO
titolava
"La città si e’ stretta attorno ai militari in una commossa e suggestiva cerimonia che ne ha decretato lo scioglimento
Brigata Cadore, ora rimane il ricordo
Dopo quarantatré anni di attività è risuonato in Piazza Martiri l’ultimo signorsì"
Quasi un rito funebre collettivo ha unito simbolicamente tutti i cittadini presenti nello storico Campedel
Una città con le lacrime agli occhi

Il saluto del generale Primo Gadia
UN DIGNITOSO E COMMOSSO SALUTO
Ieri in piazza dei Martiri si è conclusa la vicissitudine di una grande unità alpina. Un anno fa quando ormai si profilava tale evento avevamo concordato che la Città del Piave doveva tributare un solenne saluto di affetto e di gratitudine proprio in quella piazza dove nella primavera del 1954 erano state consegnate le bandiere di guerra ai due reggimenti che rappresentavano l’ossatura della Brigata. Ho vissuto allora la cerimonia di battesimo frammischiato fra la gente festante.
Ieri ho vissuto la cerimonia di saluto nella tribuna centrale, fra autorità, vecchi ufficiali e personalità della provincia ed ho rivissuto quarant’anni di storia. All’inizio della cerimonia, quando è entrata la fanfara della “Cadore”, è affiorata immediata un’amara constatazione: Piazza dei Martiri non riecheggerà più delle note del tradizionale “33”, la marcia degli alpini. E nel “salotto buono” di Belluno la gente si è stretta attorno ai “suoi” alpini con affetto e serietà.
Nel suo discorso il Sindaco Maurizio Fistarol ha detto che l’ultimo saluto veniva dato alla Brigata Cadore con sobrietà e in silenzio. Ci sembra che la gente avesse proprio tali sentimenti per tutta la cerimonia militare, sentimenti che sono naturali della gente di montagna.
Ma mi sembra che la più grossa attenzione di rimpianto, di affetto e di gratitudine sia stata offerta dagli alpini in congedo.
Non avremmo mai immaginato che avrebbero partecipato 25 vessilli di sezione, e ben oltre 300 gagliardetti, di cui due terzi da fuori provincia. Una piccola adunata dell’A.N.A., con l’auterevole presenza del labaro nazionale, accompagnato dal presidente Leonardo Caprioli e sei consiglieri nazionali. E quasi tutte queste verdi insegne portavano il nastro nero di lutto, gesto spontaneo e non ordinato dall’alto. Dignitoso, accorto e commosso il saluto del generale Primo Gadia, ultimo comandante della Cadore, pieno di ricordi come ufficiale del 6. montagna quello del gen. Angelo Becchio.
E gli occhi andavano a quello striscione predisposto dalla Sezione A.N.A. di Belluno, Feltre e Cadore: Oggi, delusione e rabbia – Domani una speranza e un monito!
Mario Dell’Eva
Il saluto del Consiglio Direttivo della Sezione di Belluno al generale Primo Gadia.