24-25-26- luglio 2014. Dedicato a Papa Giovanni Paolo II. Il programma del pellegrinaggio sui luoghi della “Guerra Bianca in Adamello” prevedeva l’incontro delle varie colonne che salivano dal versante Trentino e Camuno al rifugio “Caduti dell’Adamello “ alla Lobbia Alta a quota 3040, ma le avverse condizioni atmosferiche di sabato, non hanno consentito a una gran parte degli alpini di raggiungere la meta prestabilita.
Per sicurezza e per evitare inutili incidenti, la cerimonia di commemorazione ai caduti all’altare del Papa al passo della Lobbia Alta è stata sospesa e gli organizzatori hanno optato di rimandare il tutto all’indomani nella cittadina Trentina di Tione.
I 140 alpini che erano giunti alla Lobbia Alta il venerdì, hanno voluto di loro iniziativa commemorare i caduti approfittando della presenza di sua Eminenza Luigi Bressan vescovo di Trento: alla presenza di alcuni vessilli sezionali e una decina di gagliardetti dei gruppi, è stata celebrata la santa messa e la lettura della preghiera dell’alpino all’interno del rifugio, una cerimonia semplice ma molto toccante.
Riformate le varie cordate, non con poche difficoltà abbiamo affrontato il vento la neve e la pioggia per scendere a valle lungo il ghiacciaio del Mandron e raggiungere il fondo valle a malga Bedole a quota 1584.
Le cinque delle otto cordate con 500 alpini che tra giovedì e venerdì dovevano salire i vari passi nel gruppo dell’Adamello e congiungersi il sabato alla Lobbia Alta per la commemorazione ai caduti della “Guerra Bianca in Adamello”, venivano sorpresi nella notte tra il venerdì e il sabato dal cambiamento atmosferico, pioggia fitta in valle e neve e vento in quota costringevano le varie colonne a ridiscendere in valle.
Il mio pellegrinaggio in Adamello posso considerarlo fortunato ,abbiamo rispettato con fortuna il programma, anche se l’ultimo giorno il rientro è stato difficoltoso.
Partiti il giovedì pomeriggio da malga Coel di Pelago a quota 1440 con una leggera pioggia in poco più di 2 ore abbiamo salito i mille metri di dislivello al rifugio Care’ Alto ove durante il conflitto era dislocato il comando Austriaco e vi abbiamo trascorso la notte; sveglia alle cinque, era ancora buio quando ci siamo rimessi in marcia , il celo era limpido prometteva una giornata di sole, molta era la strada da percorrere, il programma prevedeva la salita al Corno di Cavento a quota 3406 attraverso il ghiacciaio della Vedretta di Lares, visita alla galleria di ghiaccio (ora museo della guerra bianca più alto d’Italia) a poche decine di metri dalla vetta del Cavento e proseguire per l’omonimo passo attraversare la vedetta della Val di Fumo e della Lobbia, per salire poi al passo Lobbia Alta e arrivo al vicino Rifugio “Caduti dell’Adamello” per il pernottamento ( ben otto ore di marcia effettiva) e la cerimonia del giorno seguente all’altare del Papa Giovanni Paolo II a cui era dedicato questo pellegrinaggio nel trentennale della sua visita in questi luoghi sacri per gli alpini.
Fotogallery e testo di Luigi Rinaldo