Adamello, 23 Agosto 2017. Nuovo pellegrinaggio dei miei ‘’Viaggi nella Memoria’’ PER NON DIMENTICARE, nel gruppo dell’ Adamello, partendo da Malga Caldea (Temù), rifugio Garibaldi, Cima Veneròcolo, ghiacciaio Pian di Neve, passo Brizio, rifugio Garibaldi e di nuovo a Malga Caldea: oltre 11 ore effettive di camminata.
Alcuni accenni storici: Il 5 luglio e il 15 luglio 1915 gli Austriaci tentano la conquista, al presidio sulle rive del lago di Campo in Val Daone, (La piana prima del “Calvario”) e al rifugio Garibaldi cogliendo a sorpresa gli Italiani, ma il piano fallisce per l’abilità dei difensori, queste azioni austriache evidenziano l’impreparazione tattica Italiana nel controllo dei valichi, e mette in risalto il nostro sistema difensivo che può essere scardinato attraverso manovre di aggiramento dei ghiacciai.
Per questo viene rafforzata la vigilanza delle vedrette e aumentata notevolmente la consistenza di reparti al rifugio Garibaldi, che crescerà notevolmente, fino a diventare un battaglione sciatori autonomo, al comando del capitano Natale Calvi (detto Nino).
Il 12 aprile 1916 erano partite dal rifugio Garibaldi, tre colonne: gli Skyatori della Compagnia Autonoma Garibaldi, il Battaglione Edolo e il Battaglione Val d’ Intelvi, al comando del Cap. Natale Calvi, del fratello Attilio e dal tenente Del Curto, scesero dal passo Brizio e a ventaglio attraverso il ghiacciaio dell’Adamello conquistarono tutta la linea dalla Lobbia Alta al Monte Fumo.
Oggi in questa mia ‘’escursione pellegrinaggio’’ nel primo tratto da Malga Caldea al Venerocòlo ho percorso il tragitto che fecero gli alpini trainando su slitte il mastodontico cannone G149 sopranominato l’ ‘’IPPOPOTAMO’’ .
Era Il 9 febbraio 1916 quando arrivò alla stazione ferroviaria di Temù un vecchio cannone in ghisa reduce dalla campagna di Libia, trainato da cavalli: verso sera raggiunse Malga Caldea q.1580. Qui venne smontato e su due slitte e a carichi separati con l’appoggio di 200 uomini iniziò il traino verso il Venerocòlo q. 3236: si viaggiava solo di notte per non essere intercettati dalle ricognizioni aeree nemiche.
L’impresa del traino fu durissima, sepolto anche da una enorme valanga, si persero parecchi giorni per il recupero: il tratto più impegnativo fu il ripido sentiero denominato “il calvario” prima dell’arrivo al rifugio Garibaldi q. 2550.
Il 27 aprile raggiunse la meta stabilita al Venerocòlo, e il mattino del 29 aprile 1916 il pezzo sparò la sua prima granata contro il nemico, infatti il 29/30 aprile venne attaccata con successo parziale la più orientale della linea Austriaca la Cresta di Crozzon di Folgorida / Passo Cavento, una battaglia che costò la vita a numerosi alpini tra cui il tenente Attilio Calvi.
Nelle immagini pubblicate tutto il tragitto ad anello con spettacolari panoramiche, fortificazioni, resti di villaggi e baraccamenti oltre a materiali vari che lo scioglimento dei ghiacciai restituisce.
Foto: Luigi Rinaldo