“LA MADRE DEGLI ALPINI” MORTI E DISPERSI IN RUSSIA.
Circa cinquanta persone, soci del Gruppo Alpini di Farra d’Alpago e familiari, si sono rese protagoniste domenica 28 settembre di una commovente e suggestiva cerimonia nel tempio-sacrario di Cargnacco, in provincia di Udine.
L’occasione è stata la donazione di una statua da collocare nel tempio e che raffigura una madre che stringe al petto un cappello d’Alpino.
E’ “La madre degli Alpini morti e dispersi in Russia”, immagine delle migliaia di madri che hanno atteso invano il ritorno del figlio caduto o disperso nella terribile avventura sul Don.
Autore dell’opera è Umberto Facchin, “Berto Bora”, di Farra d’Alpago,che negli anni 1952-53 trascorse tredici mesi a Cargnacco, impegnato nella costruzione del sacrario.
A volerne fortemente la costruzione fu don Carlo Caneva, già cappellano militare in Russia, il quale, finita la guerra, spese il resto della vita nella ricerca dei commilitoni caduti e dispersi in Russia e ha raccolto in questa chiesa-monumento le spoglie di molti soldati ignoti.
Nella cripta, il Ministero della Difesa ha messo a disposizione e ha reso consultabili diversi volumi che contengono i nomi dei soldati caduti e dispersi.
Fin da quando era militare di leva, Umberto Facchin desiderava donare al sacrario una propria scultura.
Avendo saputo che l’opera era stata realizzata, il maresciallo maggiore in pensione Bruno Sancandi, in collaborazione con il gruppo Alpini di Farra, si è attivato perchè la consegna della statua al Sacrario avvenisse nel corso di una cerimonia adeguata.
Cosa che è avvenuta domenica 28 settembre, quando per la donazione sono arrivati il comandante del 4°Corpo d’Armata alpino generale Bruno Petti, il gen. Bernard, già addetto militare italiano in Russia, il maresciallo Bruno Sancandi, il capogruppo Tarcisio Mognol, Umberto Facchin, il sindaco di Farra Floriano De Pra ed il rappresentante del sindaco di Cargnacco.